Il problema del lavoro sommerso in Italia è uno di quegli argomenti che viene trattato maggiormente durante la campagna elettorale dai nostri politici, ma che alla fine di ciascuna legislatura rimane comunque una piaga irrisolta e spesso addirittura in espansione.
Oggi si stima che il lavoro nero in Italia riguardi all'incirca 6 milioni di persone, con un giro di affari di circa 200 miliardi di euro, grosso modo il 18% del PIL.
Per contrastare questo fenomeno, sono necessarie delle misure forti, dei provvedimenti importanti e forse anche impopolari, ma che possano dare degli effetti concreti molto di più delle chiacchiere in poltrona pre-elettorali.
Innanzitutto con l'Inasprimento delle pene per chi assume lavoratori al nero, che possano andare dalla multa salatissima alla chiusura dell'attività, fino all'arresto del datore di lavoro.
Il permesso di soggiorno garantito per quei lavoratori extracomunitari che denunceranno il loro "sfruttatore".
Riduzione generale del costo del lavoro, ed esonero dal pagamento dei contributi per i primi 3 anni per quei datori che regolarizzeranno i lavoratori al nero.
Rivedere alcuni punti della legge 30 (legge Biagi) .
Ma soprattutto aumento dei controlli della GDF ,dando la possibilità ai cittadini di effettuare denunce al numero 117 anche anonime.
Queste sono i primi provvedimenti che lo Stato può attuare per contrastare il fenomeno del lavoro nero e non sono di così difficile attuazione.
Casomai manca la volontà di metterle in pratica da parte di chi predica bene e poi razzola male, indipendentemente dallo schieramento politico a cui appartiene.
giovedì 27 marzo 2008
LAVORO SOMMERSO ? NO GRAZIE !
Pubblicato da ischia 76 alle 15:21
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