Pithecusa incontra una famosissima attrice Silvana Pampanini "Romana de Roma", battezzata sotto il cupolone, diplomata alle magistrali, frequentò anche il conservatorio di Santa Cecilia dove studiò canto e pianoforte, passione imposta (più che ereditata) dalla zia Rosetta Pampanini, celebre soprano che si ritirò dalle scene proprio quando Silvana cominciò a calcarle. Come cantante la giovane Pampanini si esibì solo in concerti di musica leggera, incise alcuni dischi a 78 giri e fu ricevuta in udienza privata da papa Pio XII.
Approdò per caso al concorso di Miss Italia svoltosi a Stresa nel del settembre 1946 grazie a una foto inviata dalla sua maestra di canto. Il pubblico la impose rumorosamente ma la giuria ufficiale le preferì la bellezza più rassicurante di Rossana Martini. Seguì una vivace polemica sulla stampa e alla radio sulla reale vincitrice della manifestazione. Pochi mesi dopo Silvana iniziò a interpretare film .
Subissata di proposte di lavoro, arrivò a girare 8 pellicole in un anno e raggiunse un'enorme popolarità, comparendo spesso sulle copertine dei settimanali. Il padre, capo tipografo per un quotidiano, all'inizio osteggiò la sua carriera ma poi lasciò il proprio lavoro per farle da agente. Insieme accumularono una fortuna. Nei primi anni cinquanta la Pampanini era la nostra attrice più pagata e più richiesta .
Nel 1955, al culmine della carriera, rifiutò senza rimpianti le offerte di Hollywood .
Libera da impegni familiari, per anni viaggiò in tutto il mondo, presenziando ai principali festival e ricoprendo il ruolo di ambasciatrice del cinema italiano. Lavorò anche in Spagna, in Egitto, in Francia dove fu soprannominata Ninì Pampan e in Messico dove girò alcune pellicole mai uscite in Italia.
Tra i film più famosi: OK Nerone, suo primo successo internazionale che era la parodia di "Quo vadis", Bellezze in bicicletta (1951) in cui cantò l'omonima canzone, La presidentessa (1952), ispirato a una brillante pochade francese, La bella di Roma (1955), piacevole commedia di Luigi Comencini, Racconti romani (1955) tratto da un libro di Alberto Moravia , La strada lunga un anno di Giuseppe de Santis, una produzione Jugoslava ignorata in Italia malgrado la candidatura all'Oscar 1959 come miglior film straniero.
Sullo schermo è apparsa accanto ai principali attori italiani della sua epoca: Walter Chiari, Peppino De Filippo, Dante Maggio, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Renato Rascel, Raf Vallone, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Nino Taranto, Aldo Fabrizi, Massimo Girotti, Ugo Tognazzi, Totò, Carlo Dapporto, Paolo Stoppa, Rossano Brazzi, Massimo Serato, Aroldo Tieri e altri ancora.
Bruna con gli occhi verdi, fotogenica, esuberante per non dire aggressiva, sensuale ma mai volgare, interprete di film di tutti i generi, in molti dei quali fu doppiata. Guidata da buoni registi come Germi e De Santis diede prove convincenti come in Processo alla città (1953) e Un marito per Anna Zaccheo (1953). Nel 1964 Dino Risi la diresse in Il Gaucho in cui ebbe la parte di una diva al tramonto alla patetica ricerca di un rilancio professionale e di un marito milionario.
A partire dal 1956 Silvana girò film sempre più sporadici e lavorò occasionalmente alla radio e alla televisione non solo in Italia, dove per anni di tenene la rubrica di corrispondenza coi lettori su un settimanale rosa.
A metà degli anni sessanta, lasciò il cinema per assistere i genitori malati con cui visse sempre fino alla loro morte. Nel 1970 interpretò per la RAI una pièce teatrale di Gustave Flaubert, suo raro lavoro televisivo di prosa. Era ancora una bella donna quando apparve nel ruolo di se stessa ne Il tassinaro (1983) di Alberto Sordi. Lo era molto meno quando, nell'autunno 2002, entrò nel cast di Domenica in , trasmissione pomeridiana di intrattenimento su Rai Uno in cui ballava e cantava .
Nel 2003 fu nominata Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana ma da molti anni, è residente nel principato di Monaco.
Non si sposò mai e non ebbe figli, ma vantò "più proposte di matrimonio che mal di testa" tra cui quella di Totò che, sul set di 47 Morto che parla (1950), chiese inutilmente la sua mano. Per decenni lasciò credere la canzone Malafemmena fosse dedicata a lei. In realtà fu ispirata dalla moglie separata dell'attore napoletano, come risulta da un documento SIAE recentemente ritrovato e dalla testimonianza della figlia di Totò. Il suo commento fu: "Se la tenessero pure".
Nei suoi anni ruggenti la Pampanini è stata osteggiata dalla critica cinematografica e non ha mai ricevuto premi importanti, cosa che nella sua autobiografia, intitolata "Scandalosamente perbene", l'ha spinta a paragonarsi a Greta Garbo. Alcuni suoi progetti rimasero sulla carta. Ruoli importanti le furono soffiati all'ultimo momento. Nel 1962 rifiutò il "Rugantino" musicato da Armando Trovajoli ("Se fai teatro vai a letto alle 3") e fu sostituita da Lea Massari. Avrebbe voluto interpretare Anna Karenina, un film sull'Olocausto e qualche parte più impegnativa. Negli ultimi 30 anni è apparsa spesso come ospite nei più popolari programmi della televisione italiana, pubblica e privata.
Benché fra i suoi molti film non ci siano capolavori, Silvana Pampanini rimane una leggendaria diva che negli anni cinquanta era popolare nell'intera Europa, nei paesi arabi, in e in Estremo Oriente, America Latina. Alcune sue pellicole ebbero una distribuzione internazionale che spaziava dagli Stati Uniti ai paesi dell'ex blocco comunista .
La prima maggiorata del cinema italiano ha sempre guardato dall'alto in basso le colleghe rimaste più popolari: le considera tuttora delle attricette dialettali. Nel dicembre 2006 sbeffeggiò pubblicamente la Lollobrigida in procinto di sposare un uomo molto più giovane. Il 4 maggio 2007 una pimpante Pampanini quasi 82enne partecipò ai grandiosi festeggiamenti per i 70 anni di Cinecittà : accanto a lei Sophia Loren, aborrita rivale di mezzo secolo prima.
Nessun commento:
Posta un commento